I luoghi dello studio
La biblioteca di Milano
All’inizio degli anni 60, l’Ing. Eugenio Medea aveva invitato i soci a visitare e sostenere la biblioteca di Milano che era stata di recente rinnovata e ampliata esaltandone sia la bellezza e il valore artistico, che le moderne funzionalità. Il Palazzo barocco Sormani era stato molto rovinato durante la seconda guerra mondiale, solo il lato della Guastalla era stato completamente distrutto, ma grazie all’amministrazione comunale si erano potuti realizzare dei lavori di ristrutturazione per questa sezione che potessero garantire un’armonizzazione con le parti settecentesche che erano resistite ai crolli. L’inaugurazione era stata fatta nel 1956 ed erano stati trasferiti più di 200 mila volumi che erano in deposito al Castello. La Biblioteca si era resa subito funzionale con un servizio di prestito efficiente a carico di consulenti che erano a disposizione per delucidazioni rispetto a ricerche bibliografiche, e quattro montacarichi che garantivano uno spostamento rapido dei libri. Oltre alla sala di lettura dei libri e dei periodici, erano stati aggiunti un’aula per la consultazione di microfilms con vari dispositivi adatti a leggere diversi formati di bobine e una sala solo per visionare dei dizionari. Il primo piano comprendeva un’ampia ed imponente sala di consultazione e vetrine per mostrare le ultime acquisizioni riguardante tutto lo scibile, dall’arte alla musica, alla letteratura, cinema, teatro, scienze. I cataloghi ordinari comprendevano invece il patrimonio bibliografico del Comune, proveniente da altre biblioteche come la “Trivulziana”, quella del “Risorgimento” o delle “Scienze naturali” oppure quelle collegate alla Società Storico-Lombarda e al Centro Manzoniano. La biblioteca era fornita anche di fonoteca, dove si potevano ascoltare musiche dalle più celebri alle più rare, oltre che le registrazioni di conferenze su vari argomenti. Il sistema di prestito a domicilio prevedeva il versamento di una somma in una banca lì vicino come garanzia. Per migliorare i servizi si era pensato di istituire un servizio di consulenza per assistere studiosi su diversi canali, telefonico, postale o telegrafico. Nonostante la buona qualità della Biblioteca erano ancora molti i lavori che si volevano portare avanti, tra i quali la costruzione di nuove aule studio, l’illuminazione del cortile interno, il ripristino di alcuni stucchi cadenti.
All. boll. n.21/60-61 del 22 novembre 1960
“Questa volta parleremo di libri e più precisamente dell’Ente che li raccoglie, li conserva, li distribuisce ai numerosi lettori. E’ la biblioteca Civica di Milano che sorge proprio all’inizio di corso di Porta Vittoria nell’antico Palazzo Sormani. (…) Quando si pensi che dalla statistica del 1959 risulta che i frequentatori delle sale di studio furono 367.420 con una media giornaliera di 1205 persone e che le opere lette o consultate furono 509.000, che le opere acquistate o in dono furono 59.086 in confronto alle 11.485 del 1952, che i prestiti a domicilio furono 29.875 si vede come sia apprezzata ed utilizzata dai milanesi questa “sua Biblioteca”. Ma non posso fare a meno di invitarvi a visitare (posso anche dire frequentare?) la Biblioteca della nostra città. Oltre ai libri e alle installazioni pratiche delle quali vi ho parlato vedrete la bella sala decorata dalle pitture di Benedetto Castiglione meglio conosciuto sotto il nome di Grechetto. Lì vedrete Orfeo che suona davanti agli animali in un insieme favoloso e magnifico di paesaggi, alberi e fiori. Al piano terreno un pannello di ceramica che celebra la figura di S. Ambrogio e la vita culturale della città alcuni pannelli presentano una rapida sintesi della scrittura e della civiltà umana: si vede l’amanuense nella sua cella intento nel faticoso suo lavoro, la fabbricazione di carta con alcune preziose filigrane, l’invenzione di Gutenberg e i caratteri mobili, alcuni marchi tipografici del Rinascimento italiano tra cui l’elegantissima ancora col delfino di Aldo Manuzio, il settecento di Bodoni, la libera composizione e le ricerche della tipografia moderna”.
Il Centro nazionale di Studi Manzoniani
Il Centro era stato creato come Ente autonomo nel 1937, con lo scopo di promuovere e coordinare gli studi e le ricerche culturali su Alessandro Manzoni. Negli anni 50 i contributi economici statali e comunali destinati al mantenimento del Centro risultano insufficienti, per i progetti che potrebbero garantirne lo sviluppo. Tra le attività sono previste stampe di opere inedite come il volume delle Postille manzoniane, ordinate criticamente e illustrate. Quest’opera si configura come una raccolta di riflessioni su vari campi della letteratura della storia e della filosofia. La pubblicazione del carteggio completo di Alessandro Manzoni con vari personaggi illustri della società e con i familiari. Il socio Camillo Giussani conclude la sua relazione esortando i suoi compagni a partecipare al mantenimento del Centro associando il proprio prestigio a quello di “Don Alessandro” con contributo economico diretto, garantendo una mediazione per l’acquisto di cimeli manzoniani o offrendo direttamente eventuali oggetti legati al letterato in loro possesso. Qualche settimana dopo, a seguito di questo appello la presidenza del Rotary Club Milano predispone una somma di 250 mila lire come contributo per le attività del Centro.
Bollettino n. 479, 25 settembre 1956 e Bollettino n. 480 del 2 ottobre 1956
“Rimangono i privati. E per privati intendo più che le singole persone, gli enti, gli istituti e le società. Benedetto sarà l’intervento anche dei primi, sia che a taluno sorrida di associare al nome di Alessandro Manzoni il nome proprio con un atto di particolare generosità, sia in forma di dono di quei ricordi e cimeli manzoniani che per avventura esse posseggono, o col rendere possibile al Centro di farsene acquisitore. Benedetto sarà il concorso degli enti, delle società degli istituti, devoluto particolarmente a fronteggiare la spesa delle pubblicazioni in corso e di quelle previste per un meno imminente domani”.
“Aderendo di buon grado all’invito rivolto dal nostro Avv. Giussani nella riunione del 25 settembre a tutti gli enti culturali per sostenere fattivamente le nobili iniziative del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, la nostra Presidenza, d’accordo con la Tesoreria, ha fatto pervenire al Centro stesso la somma di 250.000 lire come modesto ma cordiale contributo del Rotary club di Milano”.